C’è chi cerca un lavoro esclusivamente per sostenersi economicamente. C’è chi invece affronta un lungo periodo di studio ed ha aspirazioni diverse: vuole un determinato lavoro in un determinato settore. In questo articolo racconto, nella mia esperienza, i problemi dei giovani neolaureati che cercano lavoro dopo l’università.
Il primo e più importante problema è quello di non avere davvero chiaro un obiettivo. Un giovane laureato, senza un idea (anche parziale) sul proprio futuro è assolutamente “inutile” per ogni azienda. Trova più facilmente lavoro una ragazzo senza studi ma con le idee chiare che un ragazzo laureato con le idee confuse. Ai datori di lavoro non interessa aiutare i ragazzi a capire “chi vogliono essere professionalmente” (a meno che il datore di lavoro sia un parente). Ai datori interessano persone motivate verso una data professione sulle quali dovranno investire, almeno inizialmente.
Un secondo problema, di chi cerca lavoro dopo l’università, è la scarsa consapevolezza delle proprie capacità trasversali ovvero i propri talenti, gli aspetti della propria personalità che naturalmente ci contraddistinguono e differenziano. Quando si concorre per una selezione del personale all’inizio della propria carriera sono questi aspetti che maggiormente vengono indagati e valutati. Perché non sono (facilmente) modificabili e quindi sono la base (insieme agli studi universitari) dalla quale la persona/risorsa svilupperà la propria carriera. E’ fondamentale quindi conoscerli e saperli dichiarare (per promuoversi bene!).
Il terzo problema è la difficoltà a leggere/comprendere il mercato del lavoro che è per sua natura vasto, frammentato e immenso rispetto alla singola persona. Non esiste un unico centro o una mappa in cui uno può percepire in modo chiaro quali sono le aziende, chi le gestisce e come, su quali progetti si muovono e in quali direzioni. Per entrare (bene) nel mercato del lavoro, il mercato del lavoro va studiato. Questa capacità di comprensione del mercato del lavoro si può acquisire, anche in modo molto semplice, e in molti casi è rivoluzionaria. In più, può essere determinante in fase di selezione (immagina la faccia del selezionatore quando scopre che conosci, nonostante tu sia un neofita assoluto, su quali progetti stanno lavorando in azienda!).
Il quarto problema si lega al terzo: spesso non si ha molta idea di come avviare e sviluppare la propria carriera tenendo in considerazione le dinamiche dello sviluppo professionale. Chi si affaccia al mondo del lavoro per la prima volta deve avere in mente che la sua carriera dipenderà dalla sua capacità di strutturare un profilo professionale che sia sempre più competitivo. Si deve imparare in fretta a fare qualcosa che sia di valore per i datori di lavoro, altrimenti si rischia di bloccarsi in un limbo fatto di lavori diversi, poco qualificati e poco remunerativi. All’inizio infatti si è poco competitivi perché non si è realmente produttivi, si deve imparare e l’azienda probabilmente non potrà ricavare degli utili dalla tua attività. Ma è dopo qualche mese o anno che la situazione cambia se sei stato in grado di fare le esperienze giuste che ti hanno formato e ti permettono di accedere, nel tempo, a lavori sempre migliori.
Il quinto problema, di chi cerca lavoro dopo l’università, è la capacità di generare opportunità lavorative/formative iniziali di qualità. Questo implica la capacità di identificare le esperienze migliori e di accedervi. Per generare queste possibilità è fondamentale chiedere, proporsi nel modo giusto e saper trattare le condizioni. Condizioni non solo economiche, ma soprattutto formative. Il passaggio successivo sarà quello di valorizzarle in vista di nuove opportunità lavorative.
Ecco in sintesi, nella mia esperienza, i problemi che “azzoppano” giovani qualificati alle prime esperienze professionali:
Innanzitutto è importante non mollare. Spesso mi capita di incontrare giovani in forte affanno, in balia delle aziende o costretti ad accettare dei lavori che poco o nulla hanno a che vedere con quanto hanno studiato. Se si è in questa situazione è perché in qualche passaggio si è stati sfortunati o si sono fatte delle scelte non sufficientemente ponderate. Ad esempio nella scelta degli studi: se si ha una laurea in mano e si vuole fare una lavoro in linea il primo passo è studiare il proprio settore e identificare e poi accedere alle prime esperienze di lavoro qualificanti. Ma se il settore è davvero saturo (e per davvero intendo davvero!) allora sarà necessario studiare i mercati affini.
Secondo, attrezzati: tante persone raggiungono i propri obiettivi professionali in modo autonomo, senza l’aiuto di nessuno. Ma tanti altri invece rinunciano. Se senti che non hai risultati che ottieni chiedi un aiuto professionale, acquisisci nuovi strumenti e capacità.
Hai sicuramente bisogno di fare delle esperienze qualificanti per iniziare a sviluppare un profilo professionale competitivo. E di solito, aziende o società rinomate sono depositarie di know how consolidati e di qualità. Attenzione però: non conta solo il brand, conta soprattutto il contenuto dell’esperienza. Aver fatto qualche mese presso un’azienda rinomata è sicuramente un ottimo biglietto da visita ma assicurati che le mansioni alle quali verrai destinato siano formative. Negozia bene questi aspetti prima di accettare.
Spesso ai neolaureati all’inizio vengono offerti dei tirocini e, nella mia esperienza, l’uso che i candidati fanno di questo strumento è in parte distorta. In generale, l’aspettativa è quella di essere assunti dopo il periodo di stage e per questa ragione, a volte, si accettano anche tirocini con mansioni (preponderanti) poco formative e qualificanti. E’ un errore, all’inizio della propria carriera professionale quello che conta non è il contratto (la sua durata, se lo rinnoveranno…) ma le competenze che ricavi da quella esperienza. Infatti, non appena sarai in grado di generare valore la tua dimensione professionale subirà un netto miglioramento. Anche se la prima azienda dove hai fatto il tirocinio alla fine non ti ha assunto, se ne avrai ricavato competenza non sarà un problema!
Spero di averti dato qualche dritta importante o di aver innescato in te qualche dubbio sul tuo modo impostare il tuo accesso al mercato del lavoro. Se è così, se vuoi conoscermi o avere maggiori informazioni sui miei servizi contattami e sarò felice di fornirti possibili soluzioni.